Le Bici da Cronometro 1

 

Le bici da cronometro sono indubbiamente molto belle esteticamente, dalle forme aggressive ed accattivanti, rivolte alla ricerca dell’aerodinamicità estrema che si esplica in linee uniformi e futuristiche, uniche nel suo genere. Ma inutile avere una bella bici, che ci guardano e ci invidiano tutti, con ruote lenticolari e alti profili da 90mm, protesi al top, cambio elettronico, ecc., ecc., se poi la nostra posizione su quella bici non è tale da poterci consentire di dare il meglio e spingere al massimo, trasmettendo a terra tutta la potenza che siamo capaci di esprimere dalle nostre gambe.

Per fare una buona cronometro, conta sicuramente avere un mezzo all’altezza, ma conta anche e soprattutto che il “motore” (ossia il nostro corpo con le nostre gambe), sia posizionato al meglio su quel telaio. Ecco che il nostro Max Lelli ci dirà come dobbiamo essere posizionati su di essa.

ARRETRAMENTO e ALTEZZA SELLA: Max, come deve essere la posizione ideale della sella e qual è il suo giusto arretramento ed altezza?
“Sicuramente leggermente inclinata in basso sulla punta, il cosiddetto fuori bolla. Poi, come abbiamo detto nella puntata precedente, ogni volta dobbiamo considerare il tipo di percorso che andiamo a fare. Ad esempio, su quello completamente pianeggiante dobbiamo pedalare il più possibile sopra il movimento centrale, quindi con la sella molto avanzata, minimo di 4-5cm rispetto alla posizione normale. Se invece fossimo su un vallonato basteranno anche solo 2,5-3cm. Mentre bisogna stare attenti a copiare quella tendenza che nelle crono la sella va alzata di 2-3mm, perché quello che conta più di tutto è la fluidità della pedalata. Andando a variare quella che è la nostra normale posizione sulla bici da strada, potremmo perdere tale fluidità e non esprimere più il massimo della nostra performance. Nel ciclismo moderno, a differenza di quando correvo io, conta sempre di più la cadenza della pedalata, poiché è fondamentale per non indurire le gambe”.

Quindi viene da se chiederti come deve essere la sella, ce ne sono di specifiche?
“Per le cronometro ci sono delle selle dedicate che hanno la punta più corta, proprio per facilitare quell’avanzamento del corpo sul movimento centrale che si diceva prima. Da quando nel mondo del professionismo è stata messa la regola della distanza minima (di 5cm ndr) tra movimento centrale e punta sella con il filo a piombo, le grandi aziende hanno cominciato a fare delle selle specifiche per la crono, evitando che le squadre segassero la punta delle selle tradizionali per poterla avanzare. Se non vi sono regole specifiche a cui è soggetta la crono che andiamo ad affrontare ed il percorso è completamente piatto, meglio portare il piombo a zero, ossia la posizione che ci consentirà di esprimere la potenza e quindi la spinta massima. Personalmente trovo molto comode quelle selle leggermente rialzate sulla parte posteriore, dove riesci ad appoggiarti meglio, tipo SMP per intenderci. Per coloro che sono più mingherlini, tengo a precisare di non preoccuparsi di aver scelto la bici sbagliata o di aver posizionato male la sella se quando provano ad andare oltre i 50kmh tendono a scivolare in avanti, in quanto è del tutto normale. Semplicemente perché quando non c’è peso si perde di potenza tendendo a scivolare in avanti. Ecco perché le crono sono, tendenzialmente, più adatte a coloro che pesano oltre i 70kg che a quelli sotto i 60kg. Come ben sappiamo, un ciclista di 58kg andrà sicuramente meglio in salita che a crono in confronto ad uno di 75kg, e viceversa, ossia la differenza tra scalatore e passista. Come molti si ricorderanno, un esempio lampante dello scivolamento in avanti lo si è visto a Contador in maglia gialla durante la crono di due anni fa al Tour de France. Non vi è dubbio che Specialized lo avesse posizionato perfettamente in bici, ma la sua leggerezza lo portava inevitabilmente a perdere potenza quando spingeva ad alte velocità”. A proposito di Tour de France, visto che ne hai fatti “solo” 14, oltre a 7 Giri d’Italia, so che ci tenevi a sottolineare qualcosa?
“Si esatto, ossia che dopo 16 anni da professionista, posso garantirti che di corridori posizionati in bici ne ho visti veramente tanti, stranieri ed italiani, e posso assicurarti che noi, in Italia, siamo molto bravi nel curare la posizione in bici in confronto ai corridori stranieri che, spesso e a mio modesto parere, non sono messi benissimo in bici. Questo è un merito che ci compete e di cui dobbiamo essere orgogliosi”.

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